D'inverno Teatro - 2003
Locandina
con Lorenzo Ansaloni, Lea Cirianni, Massimo Magnani, Luciano Menotta
Lo spettacolo
Due uomini entrano in un teatro vuoto.
Ferruccio, il buffo protagonista di questa storia, ha fatto del teatro di cui è custode la sua isola. Al riparo dietro gli occhi teneri della sua sbilenca memoria vive in compagnia dei fantasmi.
Due uomini entrano in un teatro vuoto. Hanno custodie da musicisti, ma non sono lì per suonare. Si chiamano Mario e Biagio.
Se siamo nel freddo inverno del 1944, se questo teatro a causa della guerra è ormai chiuso da anni, se siamo in Appennino, in un paese dimenticato chiamato Sopracamino, se qui sono rimasti soltanto vecchi e preti, se il presente ci è estraneo e preferiamo vivere di strampalati ricordi, se siamo abituati a parlare da soli perché nessun’altra voce potremmo altrimenti sentire, allora la nostra isola scomparirà da tutte le mappe. E la voglia di ridere e dimenticare inghiottirà chi vi arriva.
Due uomini entrano in un teatro vuoto. Aspettano una donna. Si chiama Anita.
Se non ci abituiamo ad essere persone che non disturbano, indifferenti, se crediamo che sia ancora possibile riprendersi quella vita che altri vogliono cancellare con la guerra, se crediamo ai sogni, se siamo disposti a rischiare tutto per quel futuro ora così negato, se vogliamo questo allora potremmo anche sfidare la logica, il buon senso, la realtà e provare, un giorno, un giorno solo, a cambiare le sorti delle nostre vite. Ritrovandoci in un teatro sull’Appennino.
In un teatro vuoto quattro persone sono in attesa.
D’inverno.
"D'inverno è una commedia ambientata in un teatro abbandonato. E' una commedia dove si ride e si sorride. Dove dei musicisti suonano dal vivo musiche originali stretti al contrabbasso e al clarinetto. Dove un personaggio si sforza in tutti i modi di tenere la realtà al di fuori del teatro di cui è il custode. Dove altri tre personaggi trascinano loro malgrado la realtà dentro quelle mura. Una realtà di guerra, di speranze recise, di normalità impossibili. Per un attimo sembra che quel teatro vuoto trasformi le persone e allontani le crudezze di fuori, ma è solo un'illusione. E allora o si affronta il mondo o ci si ripara dentro un teatro vuoto. Il testo e la regia nascono da qui, dalla voglia di affrontare guerre lontane per parlare di quelle di oggi, per parlare di persone che non si adeguano all'indifferenza, per parlare dei sogni. Per sorridere amaro senza cercare morali, ma lasciando ad ognuno la possibilità di scegliere." (Andrea Trangoni)
Pabìtele
I pábitelé sono bislacchi eroi notturni. Come direbbe Hrabal "spacconi dell'infinito".
Pábitelé è agire politico, proposta, incontro.
Nei 7 anni di apertura (dal novembre 2000 al giugno 2007) il circolo Pábitelé di Udine ha ospitato 150 concerti, 31 poeti hanno tenuto letture delle loro poesie in 6 edizioni de La poesia ha i giorni cantati, 25 gruppi teatrali si sono esibiti nei loro lavori, si sono svolte 9 sessioni del laboratorio permanente pábitelé, che ha a sua volta prodotto 1 video e 2 spettacoli replicati 69 volte, 1 festival di 5 giornate è stato dedicato al musicista jazz Sun Ra, 3 giornate di incontri dibattiti installazioni video spettacoli sono stati dedicati al filosofo Michel Foucault, si sono svolte tre edizioni de Ai margini dell'altro, la prima dedicata al filosofo Jacques Derrida, la seconda al tema del "Cibo", la terza sui temi dell'immigrazione, 35 film sono stati proiettati, 6 edizioni di Videokids con decine di cortometraggi in gara sono state ospitate, e poi decine di presentazioni di libri e riviste, corsi pomeridiani, laboratori, dibattiti, dj set, mostre e installazioni.
La scheda tecnica
La durata dello spettacolo è di 90 minuti senza intervallo
Spazio minimo richiesto 6 x 8 mt, fornitura elettrica minima: 15 kw
Fonica
1 Lettore CD, mixer, casse,
eventuali microfoni (in caso di spettacolo all’aperto),
amplificazione adeguata allo spazio
Luci
16 pc 1000 W completi di bandiere e porta gelatine,
Mixer luci 12 ch doppia scena,
2 Dimmer 6 Ch x 2,5 Kw