Sandro

Da mercoledì 11 a sabato 14 novembre 2020 ore 21.00 | Domenica 15 novembre 2020 ore 16.30
Teatro dell'Argine
di Christian Poli | con Andrea Santonastaso | inserti drammaturgici Nicola Bonazzi | scena Nicola Bruschi | disegni Andrea Santonastaso | videomapping Francesco Massari | aiuto regia Mattia De Luca | regia Nicola Bonazzi
intero € 16,00 | ridotto € 14,00 | ridotto Social € 12,00 | A teatro con un euro € 1,00
In seguito al decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 24/10/2020 per fronteggiare la diffusione del Coronavirus, lo spettacolo è annullato/rimandato a data da destinarsi.
Saranno comunicate a breve le modalità di rimborso o spostamento dei biglietti già acquistati.
In attesa dello spettacolo dal vivo, sabato 21 novembre appuntamento online sulla pagina facebook e sul canale youtube del Teatro del'Argine con Parlando di... Sandro nell'ambito di La bellezza non è questione di distanze... ci vediamo online!
Di Sandro Pertini restano indimenticabili alcune immagini, consegnate alla memoria di ciascuno da spezzoni televisivi. Sono immagini che hanno scandito alcuni degli avvenimenti della storia recente italiana (per esempio la vittoria dei Mondiali di calcio nel 1982 o la strage alla stazione di Bologna). In quegli avvenimenti Pertini c’era, naturalmente nel suo ruolo istituzionale. Ma c’era anche con la sua carica di umanità, con la sua storia che veniva da lontano, dalla guerra partigiana e dalla prigionia sotto il fascismo. Era una figura che gli italiani sentivano vicina; divenne una sorta di “nonno” per i bambini e di icona pop: gli vennero dedicati fumetti e canzoni (chi non ricorda il “partigiano come presidente” di una nota canzone di Toto Cutugno?). Nella sua figura, come mai prima di allora e come mai sarebbe successo dopo, un’intera nazione si riconosceva e riconosceva i valori “puliti” della politica, o ciò che la politica dovrebbe rappresentare nella sua accezione più alta: solidarietà, vicinanza, attenzione alle persone. Raccontare la storia di Pertini può avere senso dunque non solo perché ci consente di ripercorrere la storia di un “italiano” che attraversa il Novecento e le sue tragedie, con piglio sempre energico e picaresco; ma può averlo soprattutto per fare il punto su noi stessi, su ciò che eravamo e su ciò che siamo diventati; sull’idea che possa esistere una politica in grado di segnare la linea di un’etica civile e solidale, e farsi guida di una società, se non pacificata, capace almeno di dialogare al proprio interno per ritrovare le ragioni di una convivenza più conciliante e aperta. Debutta all’ITC Teatro la nuova produzione del Teatro dell’Argine con cui Bonazzi, Poli e Santonastaso – dopo il grande successo di Mi chiamo Andrea, faccio fumetti dedicato ad Andrea Pazienza – tornano a raccontare una biografia esemplare a cavallo tra anni Settanta e Ottanta, nella convinzione che in quei due decenni abbiano germinato pensieri e situazioni con cui ora più che mai occorre confrontarsi.
Sabato 14, a seguire incontro con la Compagnia
Le parole più cercate
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