Le regole del gioco 2016

domenica 26 e lunedì 27 giugno ore 21.30
Laboratori ITC Studio
Storia di un Concerto
con gli allievi del Gruppo lunedì Intensivo Light
a cura di Giovanni Dispenza
con gli allievi del Gruppo lunedì Intensivo Light
a cura di Giovanni Dispenza
Il codice di Perelà
con gli alleivi del Gruppo martedì blu
a cura di Caterina Bartoletti
posto unico 6 euro
Il codice di Perelà
presso ITC Teatro | Via Rimembranze 26, San Lazzaro di Savena
con Sirah Addone, Claudio Bonanno, Enrico Caracciolo, Valentina Cavicchi, Marco Cencini, Sophia Coppari, Vito Enrico Fanizzi, Piero Ferrari, Anna Fischer, Paola Galli, Giacomo Guidi, Valentina Neri, Rita Setti, Lorenzo Signore, Filomena Vastola
regia di Caterina Bartoletti
Ma l’hai visto?
Chi?
Quell’uomo!
Ma quale?
Quello! Quello lì. Quello STRANO!
Io non ho visto niente.
Per forza non l’hai visto: è di fumo!
Un “uomo di fumo”?
Esatto! Proprio di fumo!
Sarà sporco!
No.
Impolverato!
No.
Annebbiato!
Ma no! Te l’ho detto! È fatto di fumo!
Ti sarai sbagliato.
Ma no salame! Ti dico che ho visto un uomo di fumo! Di FUMO!
E adesso?
Cosa vuoi dire?
Adesso che hai visto un uomo di fumo cosa dobbiamo fare?
Non lo so. Forse dirlo a tutti. Urlarlo a squarciagola.
Oppure chiuderci in casa. Sbarrare le porte. Non si può mai sapere con questa gente “strana” in giro per le nostre città.
In verità non lo so.
Forse dovremmo solo raccontarlo.
E così noi abbiamo deciso di raccontare.
Di raccontarvi una storia signori e signore.
Di girare per il mondo.
Con i nostri pochi mezzi.
Con le nostre abilità.
Con noi stessi.
Con le nostre facce da buffoni.
Con i nostri travestimenti fatti in casa.
Siamo qui per raccontarvi una storia.
Una favola.
Una favola non troppo antica.
Una vecchia favola.
Una favola ancora troppo attuale.
Di quelle che vogliono raccontare.
Spiegare.
Rivelare.
Siamo qui per raccontarvi la storia di Perelà, l’uomo di fumo.
L’uomo diverso.
L’essere magnifico, ammirato, amato e odiato.
Che scende giù dal cielo per farci aprire gli occhi.
Per raccontarci dell’ALTRO.
Accomodatevi allora signori e signore… perché andiamo a cominciare.
Storia di un Concerto
presso Teatro Nostra Signora della Fiducia | Piazza Lambrakis 1, Bologna
con Donatella Andria, Mariateresa Antonucci, Maria Rosaria Aprile, Lucia Bonini, Leonarda Carlini, Angela Degli Esposti, Francesco Gallelli, Daniela Gardenghi, Stefano Lipparini, Maria Lombardo, Samuele Montalbano, Roberta Parrella, Patrizia Stancanelli
regia di Giovanni Dispenza
All'epoca di Brežnev, Andreï Filipov è il più grande direttore d'orchestra dell'Unione Sovietica: dirige la celebre Orchestra del Teatro Bol'šoj, ma viene licenziato all'apice della gloria, interrotto nel mezzo di un concerto, perché precedentemente si era rifiutato di espellere dalla sua orchestra tutti i musicisti ebrei. Ventinove anni dopo lavora ancora al Bol'šoj, ma come uomo delle pulizie. Una sera Andreï trova casualmente un fax indirizzato alla direzione del Bol'šoj: è del Théâtre du Châtelet, che invita l'orchestra ufficiale a suonare a Parigi. All'improvviso Andreï ha un'idea folle: riunire i suoi vecchi amici musicisti che, come lui, vivono facendo umili lavori e portarli a Parigi, spacciandoli per l'orchestra del Bol'šoj. È l'occasione tanto attesa da tutti di potersi finalmente prendere una rivalsa e di terminare il Concerto per violino e orchestra di Čajkovskij che stavano suonando trent'anni prima, al momento in cui furono interrotti. Ma nella decisione di Filipov di voler attuare questo assurdo quanto coraggioso piano non c'è solo la voglia di rivalsa per ciò che gli fu negato 30 anni prima.
presso Teatro Nostra Signora della Fiducia | Piazza Lambrakis 1, Bologna
con Donatella Andria, Mariateresa Antonucci, Maria Rosaria Aprile, Lucia Bonini, Leonarda Carlini, Angela Degli Esposti, Francesco Gallelli, Daniela Gardenghi, Stefano Lipparini, Maria Lombardo, Samuele Montalbano, Roberta Parrella, Patrizia Stancanelli
regia di Giovanni Dispenza
All'epoca di Brežnev, Andreï Filipov è il più grande direttore d'orchestra dell'Unione Sovietica: dirige la celebre Orchestra del Teatro Bol'šoj, ma viene licenziato all'apice della gloria, interrotto nel mezzo di un concerto, perché precedentemente si era rifiutato di espellere dalla sua orchestra tutti i musicisti ebrei. Ventinove anni dopo lavora ancora al Bol'šoj, ma come uomo delle pulizie. Una sera Andreï trova casualmente un fax indirizzato alla direzione del Bol'šoj: è del Théâtre du Châtelet, che invita l'orchestra ufficiale a suonare a Parigi. All'improvviso Andreï ha un'idea folle: riunire i suoi vecchi amici musicisti che, come lui, vivono facendo umili lavori e portarli a Parigi, spacciandoli per l'orchestra del Bol'šoj. È l'occasione tanto attesa da tutti di potersi finalmente prendere una rivalsa e di terminare il Concerto per violino e orchestra di Čajkovskij che stavano suonando trent'anni prima, al momento in cui furono interrotti. Ma nella decisione di Filipov di voler attuare questo assurdo quanto coraggioso piano non c'è solo la voglia di rivalsa per ciò che gli fu negato 30 anni prima.
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